In questi tempi mi sono interrogato spesso sul senso di tutto questo. E ho nutrito la speranza. Adesso, nella notte in cui mi trovo a scrivere sul tavolo della cucina, mentre per l’ennesima volta non prendo sonno, questa speranza ha una forma. Per la prima volta da mesi vedo un senso. Il più banale, forse. E al contempo il più potente.
Nell’ottobre 2019 ho recuperato le energie grazie alla mia meravigliosa compagna che mi ha sorretto nella quotidianità, alla mia famiglia che mi ha sempre dato fiducia, ai colleghi intorno a me che mi hanno coperto le spalle, e al mio maestro che mi ha sempre guidato con saggezza e amore. Si sono presi cura di me.
Oggi, nel burnout che viviamo a livello globale e che si sta manifestando in molti di noi come esaurimento energetico individuale, è questo il grido d’aiuto che stiamo sentendo: chi si prenderà cura di noi?
Eccolo il senso di tutto questo: una chiamata inequivocabile a prenderci cura.
Prenderci cura l’uno dell’altro. Prenderci cura del pianeta. Prenderci cura del nostro lavoro. Prenderci cura dei bambini. Prenderci cura degli anziani. Prenderci cura degli animali, delle piante, dei mari, del suolo, dell’aria. Prenderci cura come forma culturale che si manifesti in modo pervasivo in ogni azione e contesto.
Stiamo sentendo forse per la prima volta il corpo di cui siamo parte infiammare i suoi tessuti. Come cellule di questo corpo ne proviamo la fatica, ma la cellula infiammata non può dar senso al dolore da sola. La capacità di dar senso è una proprietà emergente del sistema totale. Non troveremo alcun senso continuando a guardarci allo specchio. L’ansia, il timore, lo stress, la paura del futuro saranno tutti segnali vuoti se li pensiamo in modo ego-centrico. È nella relazione che possiamo dar senso al vissuto individuale. È nel passaggio collettivo che l’individuo potrà traghettare se stesso.
Ecco che le nostre organizzazioni diventano luoghi preziosi per questa transizione. Diventano il ponte che è in grado di connettere le persone al tutto. Ogni organizzazione è l’espressione di uno scopo che trascende le sue parti e si offre al mondo. È fatta di persone, ma diventa essa stessa un’entità con la sua identità e la sua vita. Per questo è un punto di raccordo fondamentale tra il livello degli individui e il livello più ampio del genere umano e del pianeta intero. Ogni organizzazione con la quale ho avuto il piacere e l’onore di lavorare in passato so che ha a cuore il valore per il quale esiste. Dall’industria retail allo sviluppo software, dalla produzione di microprocessori al mondo fintech, aziende e istituzioni di ogni dimensione e in ogni mercato. Ognuno nella sua unicità. Come loro, lì fuori esistono altre migliaia di organizzazioni che stanno giocando la loro partita nel delicato e fondamentale equilibrio tra la propria crescita e la contribuzione al mondo, tra profitto e consegna di valore, nello spazio liminale dell’ecoismo come superamento della dualità tra vantaggio per sé stessi e beneficio per l’altro. Ecco che si offre una grande occasione di evolvere la stessa epistemologia attraverso la quale concepiamo il lavoro.