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La risposta alle domande irrisolvibili sul tuo futuro

3 consigli su come superare i momenti di incertezza sul futuro.

In questo periodo parlo spesso con i miei coetanei – i cosiddetti “millennials” – che devono fare i conti con scelte importanti sul loro futuro. Accettare l’una o l’altra proposta di lavoro, rimanere nel proprio paese o andare all’estero, accettare o meno un compromesso e così via.

Tutte domande legittime ma errate. In questo modo, infatti, la risposta dovrebbe essere trovata nelle caratteristiche delle varie opzioni, mentre le opzioni stesse non ci dicono nulla se non si confrontano con l’unicità di chi deve decidere.

In altre parole, a priori ogni scelta è giusta e sbagliata allo stesso tempo. Solo tenendo conto di altri fattori, spesso trascurati, si può trovare la propria risposta.

Questi fattori sono in particolare due: chi siamo oggi e chi vogliamo essere domani.

Solo essendo consapevoli di queste due forze possiamo uscire dall’incertezza e avere alcuni principi guida che ci aiutano a fare le scelte giuste.

Il rischio maggiore, soprattutto per i giovani professionisti di oggi, è quello di non essere consapevoli di queste due forze ed essere guidati dalle circostanze, da fattori esterni – che in un contesto mutevole come quello della società e dei mercati attuali – sono come onde di un mare in tempesta che ci travolgono o ci portano alla deriva.

Con questo articolo voglio dare un piccolo contributo per affrontare l’incertezza vissuta da molti miei coetanei, e non solo.

Qualche parola sul nostro nuovo mondo

Non mi piace utilizzare le categorie sociali perché si tratta inevitabilmente di semplificare la complessità di ogni individuo, ma sono d’accordo che la mia generazione stia vivendo un periodo storico particolare in cui una serie di contingenze ci costringono a reinventare il modo in cui costruiamo il nostro futuro .

A differenza del ‘900, quando i nostri genitori e nonni hanno vissuto un periodo di standardizzazione e prevedibilità dei mercati, il nuovo millennio è ben diverso: la crescente interconnessione globale e i continui cambiamenti tecnologici e sociali portano a mercati completamente imprevedibili.

Ciò sta rendendo obsoleti i tradizionali sistemi educativi e formativi che, continuando a mantenere una rigida struttura di percorsi di crescita, non sono più in grado di rispondere a mutamenti sociali sempre più rapidi. Per la maggior parte dei miei coetanei, terminare gli studi è come uscire da un letargo che dura da secoli, esponendosi a un mondo per il quale sono completamente impreparati. Un mondo del lavoro spesso difficile da capire e che porta ansia e stress.

Eppure, secondo un recente rapporto Gallup, il lavoro per i millennial è molto più di ciò che rappresentava per i loro genitori e nonni:

1. I millennial non lavorano solo per uno stipendio: vogliono uno scopo.
2. I millennial non perseguono la soddisfazione sul lavoro, ma lo sviluppo personale.
3. I millennial non vogliono capi, vogliono mentori.
4. I millennial non vogliono review annuali: vogliono conversazioni continue.
5. I millennial non vogliono correggere le loro debolezze, vogliono sviluppare i loro punti di forza.
6. Non si tratta solo lavoro, si tratta della vita.

Il lavoro quindi non è più solo connesso ad un’attività svolta per guadagnare denaro, ma è ricerca di qualcosa di intimamente connesso con la nostra unicità. Si è passati dalla ricerca di un work/life balance alla ricerca di una work/life integration. Chi siamo come persone e come professionisti non sono più due aspetti schizofrenici della nostra personalità ma si riferiscono a una singola individualità, a un unico “io”. Per questo il primo passo fondamentale che dobbiamo compiere per trovare una risposta alle domande sulla nostra crescita personale e professionale è la consapevolezza di chi siamo oggi e di cosa ci caratterizza.

Trova il tuo elemento

Mi sono sempre sentito a disagio all’idea che le persone siano influenzate dal loro passato. Ho sempre trovato questa visione molto deterministica e per questo, ad esempio, ho sempre difeso con forza l’idea che io non sia come i miei genitori (mamma e papà, se leggete, siete adorabili!). Fino alla tarda adolescenza ho fatto di tutto per essere il più diverso possibile dalla mia famiglia, e se qualcuno diceva che mi comportavo come mio padre o mia madre facevo di tutto per cambiare quello specifico comportamento.

A ben vedere, stavo solo rafforzando l’influenza della mia famiglia su di me. La verità, infatti, è che per somiglianza o differenza, il nostro passato ci caratterizza. E non si tratta solo della nostra famiglia, ma è vero – in termini biologici – sia in senso ontogenetico (il nostro lignaggio familiare) che filogenetico (il nostro essere parte della razza umana) e il nostro DNA lo dimostra. Nel nostro DNA ci sono i segni dell’evoluzione nei millenni e le caratteristiche dei nostri diretti antenati. D’altra parte, il nostro passato ci riguarda anche psicologicamente e socialmente: i nostri primi anni di vita hanno plasmato le strutture emotive e cognitive che compongono i filtri attraverso i quali leggiamo il mondo e interagiamo con le altre persone.

Solo rendendoci conto di tutto ciò possiamo davvero capire chi siamo e trovare quello che Sir Ken Robinson chiama L’Elemento.

C’è un posto nella nostra anima dove ciò che amiamo e ciò in cui siamo bravi si incontrano. Quel posto si chiama l’Elemento.

Sir Ken Robinson

The element. Trova il tuo elemento cambia la tua vita.

Dovremmo cercare questo quando guardiamo indietro. Ciò che amiamo e ciò in cui siamo bravi. La nostra passione e il nostro talento. All’incrocio tra queste due cose si trova il cuore di ciò che ci rende felici, di ciò che ha senso per la nostra vita, portandoci, da un lato, a raggiungere livelli di eccellenza in ciò che facciamo e, dall’altro, a essere pienamente soddisfatti.

Arrivare a questa consapevolezza, tuttavia, richiede uno sforzo maggiore di quanto si possa credere perché il nostro Elemento è spesso sepolto sotto anni di aspettative dei nostri genitori, influenze sociali, strutture mentali ereditate da un sistema scolastico standardizzato, categorie professionali ereditate dal secolo scorso e molti altri strati di sovrastrutture che devono essere prima riconosciuti e poi eliminati.

Segui la stella polare

La ricerca del proprio percorso di vita non finisce con il guardare indietro. Come anticipato ad inizio articolo, sono due le forze che guidano le nostre scelte: chi siamo oggi e chi vogliamo essere domani. Il nostro futuro, quindi, ha un’influenza tanto quanto il nostro passato.

L’errore più grande che fanno molti miei coetanei è quello di non chiedersi quale sia lo scopo che vogliono dare alla loro vita.

Per riprendere le parole di Stedman Graham:

Non hanno alcun tipo di obiettivi. Non hanno una visione. Possono avere un obiettivo quotidiano che vogliono raggiungere oggi, ma è lo stesso obiettivo che avevano ieri. Stessa cosa, stessa cosa, stessa cosa. Non esiste un processo per il miglioramento continuo. Non c’è viaggio. Dove stai andando? Dove sarai tra cinque anni? Dove sarai tra dieci anni? Cosa creerai nella tua vita? La maggior parte delle persone non sa di poterlo fare. Non sanno nemmeno di poter creare una visione. Non sanno nemmeno cosa sia una visione.

Stedman Graham

Identity: Your Passport to Success

Saltando volontariamente ogni dibattito sulla corretta definizione di “visione“, la intendo qui come la ricerca della propria stella polare. La nostra visione dovrebbe sempre indicare la direzione da seguire. Invece, in un cielo pieno di miliardi di stelle, ci si confonde e un giorno si segue una stella e il giorno dopo se ne segue un’altra. Così, tra un oceano di circostanze esterne che ci portano fuori strada e la mancanza di punti di riferimento nel cielo ci troviamo dispersi, di fronte all’incertezza e alla paura dell’ignoto.

Ed ecco le domande sbagliate con le quali abbiamo iniziato questo articolo. Esattamente qui, sparsi nell’oceano senza sapere come ci siamo finiti (il nostro passato) e qual è il nostro destino (il nostro futuro) chiediamo dove andare, se scegliere l’una o l’altra direzione, se restare nel nostro paese o andare all’estero, se accettare o meno un compromesso. Ora è chiaro perché ciascuna di queste domande è una domanda fatta in modo errato. Se non abbiamo punti di riferimento dentro di noi, nessuna domanda può avere una vera risposta.

Quindi cosa facciamo?

Rimani qui. Rimani adesso.

Il modo migliore di usare il tuo passato e il tuo futuro è essere pienamente presente nel qui e ora.

Al Plum Village usiamo una campana. Quando sentiamo la campana, ci esercitiamo a inspirare ed espirare consapevolmente e diciamo: “Ascolto la campana. Questo suono meraviglioso mi riporta alla mia vera casa.” La mia vera casa è qui e ora.

Thich Nhat Hanh

monaco buddhista, poeta e attivista per la pace

Purtroppo sin dalla nascita abbiamo vissuto con poca consapevolezza del momento presente e abbiamo sempre seguito la frenesia della nostra società perdendo di vista noi stessi, il nostro io più profondo, quel luogo dell’anima in cui siamo veramente completi. Lo abbiamo perso perché eravamo (e siamo) troppo impegnati con ciò che ci circondava, con i miliardi di stimoli che ogni giorno colpiscono i nostri sensi e gli infiniti pensieri che spuntano nella nostra mente.

Hanno riempito le nostre giornate di cose da fare e quindi abbiamo sempre pensato che la cosa giusta da fare fosse essere occupati.

Ci siamo dimenticati lentamente di noi stessi.

È quindi necessario trovare il tempo e lo spazio per fermarsi e ascoltare noi stessi.

Il passato e il futuro hanno significato solo se diventiamo consapevoli del momento presente. Quindi possiamo imparare dal passato per comprendere le nostre emozioni e i nostri pensieri e possiamo essere ispirati dalla nostra visione del futuro per prendere decisioni in linea con essa.

Forti di questa consapevolezza, passato e futuro diventano nostri amici e non più ombre che ci influenzano senza alcun controllo, e possiamo quindi dare una risposta completa alle nostre domande.

Le scelte che farai allora avranno un senso e la paura di sbagliare non esisterà più perché qualunque cosa tu scelga sarà giusta per definizione. È una tua scelta, consapevole e in linea con il tuo vero essere.

Quello che penso sia più prezioso è ora sapere come TU stai rispondendo alle domande irrisolvibili sul futuro incerto. Se vuoi, condividi con noi la tua storia nei commenti qui sotto 🙂

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