Vorrei partire dall’osservazione che le nostre organizzazioni non siano sistemi complicati ma complessi.
Forse molti di voi hanno già chiara la differenza tra questi due concetti, ma la mia esperienza mi dice che la maggior parte dei manager e degli imprenditori con cui ho lavorato non hanno mai avuto modo di soffermarsi su questa semplice ma rilevante osservazione.
Esistono a tal riguardo infiniti modelli teorici e pratici, ma opterò qui per la sintesi.
Complicato = dal latino “cum + plicatus” significa piegato insieme. È qualcosa di non facile comprensione, è intricato. Ma essendo cum-plicatus può essere ex-plicatus, spiegato, cioè si può far sì che ciò che prima non era comprensibile sia compreso e reso visibile. Un aeroplano, un pianoforte, un orologio sono sistemi complicati.
Complesso = dal latino “cum + plexus” significa intrecciato insieme. C’è qui un elemento fondamentale: la relazione. Un sistema complesso non può essere spiegato, non può essere compreso, poiché le relazioni sono ciò che caratterizzano il sistema, non le sue parti. E queste relazioni sono infinite e in continua evoluzione. Un banco di pesci, il nostro organismo, una famiglia sono sistemi complessi. Le nostre organizzazioni sono sistemi complessi.
Come ci è utile questa differenza?
Usando le parole di Fritjof Capra: