La cosa che mi ha colpito di più è che non esiste una formula complicata per arrivare a questo tipo di contributo, ma un semplice elemento: la presenza.
Essere presenti significa essere in grado di concentrarsi su ciò che sta accadendo nel qui e ora. Non essere distratto dai tuoi pensieri, dalle tue emozioni, dalle tue preoccupazioni per il futuro o dal tuo rimuginare per il passato.
È una cosa semplice, ma non facile.
Siamo cresciuti in una società che mette al centro l’individuo più che il contesto.
Il modo in cui agiamo riflette un sistema educativo che alimenta la paura e l’individualismo più che l’apertura e la cura reciproca. La crescita e la condivisione collettiva sono soppresse da un sistema di lavoro incentrato sulle prestazioni individuali che utilizza il gergo bellico della conquista e della separazione.
Ad esempio, sei stato attratto dalla parte in cui dicevo “sembri la persona più intelligente nella stanza“? Se è così, è normale. Il pensiero è radicato a volte in un terreno tossico, annaffiato da acqua sporca e all’ombra di grattacieli invece che sotto la luce di un caldo sole. Ma una volta che noti verso dove è attratta la tua attenzione, rivendichi la tua agency, la tua capacità di agire consapevolmente e deliberatamente per ciò in cui credi.
E possiamo iniziare a camminare e passare a un altro modo di vivere la nostra vita.